Educazione del Bouledogue Francese: il rinforzo positivo
Quello dell’addestramento e dell’educazione di un cucciolo di Bulldog Francese è un argomento interessante e complesso, che non può certo essere risolto in poche righe.
Vi sono in commercio manuali specifici, anche semplici e facili da consultare, che spiegano molto bene i principi dell’ubbidienza generale.
Cercherò qui di dare solo alcune regole fondamentali.
La prima è che un cane va abituato a condurre una vita sociale il più presto possibile, quindi è meglio se si prende quando è un cucciolo di circa tre mesi, iniziando con l’insegnargli subito il significato di due semplici ma fondamentali parole: NO e BRAVO.
Ogni volta che il vostro piccolo amico farà qualche cosa che non deve, dovrete pronunciare a voce alta e ferma un secco NO.
Quando invece agirà in modo corretto, questo comportamento dovrà essere accompagnato con un dolce e suadente BRAVO, meglio se accompagnato da qualche carezza e da un buon bocconcino: cosa che in gergo cinofilo viene chiamato rinforzo positivo, ossia è qualche cosa che legherà in modo piacevole il ricordo dell’azione compiuta e della parola BRAVO a un evento gradevole come la carezza o il bocconcino.
La sgridata o la punizione sono rinforzi negativi e andranno utilizzati solo quando assolutamente necessario, unitamente alla parola NO, dovendosi preferire sempre i rinforzi positivi per premiare piuttosto che quelli negativi per punire.
Queste due parole dovranno divenire abituali nel rapporto tra voi e il vostro cane, e andranno usate per reprimere cattive abitudini (se sporca dove non deve, se mangia quello che non deve mangiare, se abbaia, se si allontana; insomma: quando fa qualsiasi cosa che non deve fare dovrete pronunciare un forte e secco NO).
Ricordate di non usare modi brutali, poiché il cucciolo si spaventerebbe e non capirebbe il vostro atteggiamento, rimanendo confuso.
Viceversa, i comportamenti giusti, (se sporca dove deve, se lascia un oggetto che sta rosicchiando, se ritorna al vostro richiamo, ecc..) vanno incoraggiati e insegnati con la parola BRAVO, seguita da qualche carezza e da qualche bocconcino in premio.
Ricordate sempre che le parole NO e BRAVO andranno pronunciate solo quando il cane è sorpreso nel momento esatto in cui compie l’azione: sgridarlo dopo qualche tempo non avrebbe nessun effetto, poiché il cucciolo non ha percezione del tempo e non colloca, se non in modo impreciso e fuggevole, le conseguenze di un certo operato e l’azione che le ha prodotte nello stesso momento.
Per fare un esempio, se gli vengono mostrati suoi escrementi rilasciati qualche minuto prima dove non avrebbe dovuto farli e lo si sgrida, lui non riuscirà a collegare la sgridata con l’azione dello sporcare, e penserà solo che quando incontra i suoi escrementi ed è presente il padrone sarà sgridato, e per questo assumerà tutte le volte un atteggiamento contrito: non perché sa che non doveva vuotare l’intestino in quel luogo, ma solo perché si attende una sgridata in presenza dei suoi escrementi.
L’atteggiamento di contrizione del cane in questi casi porta il padrone a ritenere che esso abbia capito, ma non è così.
A proposito della necessità di insegnare al cucciolo a fare i suoi bisogni nel posto giusto e non in casa, esiste un sistema semplice ed efficace.
Bisognerà circondare la cuccia del cane con fogli di giornale, alcuni dei quali imbevuti di urina del cane stesso asciugata. Il piccolo, avvertendo l’odore tenderà a sporcare ancora nello stesso posto, e voi dovrete riempirlo di complimenti.
Inoltre prendete l’abitudine di portarlo nel luogo dove gli è permesso sporcare subito dopo ogni pasto, poiché è subito dopo avere mangiato che i cuccioli solitamente svuotano l’intestino.
Tutto dovrà essere sempre accompagnato nell’esatto momento del fatto dalla parola BRAVO e da complimenti e bocconcini.
Abituare subito il vostro cucciolo al traffico, portandolo a passeggiare al guinzaglio con voi fin da quando a cinque mesi o sei (in ogni caso quando le vaccinazioni saranno efficaci, e senza dimenticare che se un cucciolo è troppo giovane le ossa non saranno ancora ben calcificate e un esercizio troppo lungo o pesante potrebbe causare danni permanenti e irreparabili alle articolazioni: meglio quindi aspettare i cinque mesi di età e iniziare gradualmente, con una decina di minuti le prime volte per poi aumentare progressivamente il tempo delle passeggiate).
Con un po’ di costanza e pazienza, riuscirete a stabilire con il vostro cane una relazione fatta di comprensione rapida e profonda , che cementerà ancor più il vostro rapporto e renderà la convivenza ancor più piacevole e senza problemi.
La cosa più importante da tenere presente quando si educa un cane è che lui ce la mette tutta per assecondare i nostri desideri, e che se non ci riesce, sicuramente la colpa non è sua ma nostra, che non siamo stati capaci di farci capire.
Inutile sgridare, inutile arrabbiarsi, inutile e dannoso percuotere.
Il cane non capirebbe e resterebbe confuso e addolorato. Non scordate mai che un cane ubbidisce volentieri solo alla persona che stima e rispetta, e che considera il suo “capobranco”. Arrabbiarsi a sproposito, servirebbe solo a far perdere al cucciolo la fiducia e la stima che nutre per voi.
Fondamentale è invece l’attenzione del cane nei confronti del padrone, il quale dovrà apparire non solo autorevole, ma anche solo interessante e capace di catturare l’interesse del cucciolo.
Come abbiamo già visto, la principale arma a disposizione nell’educazione non è la punizione ma il rinforzo positivo, cioè quel premio (cibo, giocattolo, carezza) , che ricompensa il cane subito dopo il giusto comportamento.
Proprio in virtù della loro importanza, e affinché non perdano di interesse, questi premi non vanno elargiti con troppa semplicità e nemmeno essere disponibili al cane.
Con un po’ di pazienza e tanto amore, tenendo presente che un cucciolo fino a otto-dieci mesi non deve muoversi se non per poco tempo a causa delle ossa ancora non formate, riusciremo certamente a educare in modo impeccabile il nostro fedele amico!!!